Casina Vanvitelliana – Espressione di Design e Stile senza tempo

La Casina Vanvitelliana credo che sia uno stupendo esempio di Design e Stile senza età.
Nasce dall’idea di avere una “casa” letteralmente appoggiata sull’acqua e la sua realizzazione interpreta in modo impeccabile questo “concept”. Il basamento è caratterizzato da due scalini che creano questo magnifico effetto conferendo a tutta la struttura una nota di leggiadria quasi “fiabesca”.

Questo dettaglio è ciò che mi ha colpito maggiormente quando vidi per la prima volta la Casina.
Immaginai l’intera distesa d’acqua come un’immensa piazza sulla quale si erge questo stupendo complesso architettonico, con il tipico porticato settecentesco e l’ingresso adornato da due lampioni.
Pura magia resa reale dal genio del Vanvitelli.
È sua infatti la firma di questo incantevole progetto, nato da un originale intuizione nel 1752 per trasformare e rendere unico non solo il lago ma anche tutto ciò che lo circondava.

La Casina non ebbe una finalità meramente estetica, così come avvenne in altri esempi di strutture simili, ma bensì nacque come completamento della personale riserva di caccia del Re Carlo di Borbone, e nel corso dei secoli fu utilizzata anche come “location” residenziale di diversi ospiti illustri.
Venne concepita come un insieme di tre grandi corpi ottagonali intersecati tra loro per poi ristringersi in una forma a pagoda e culminare nella sala circolare centrale, spesso utilizzata per feste e banchetti.
Salendo al primo piano ci si ritrovava al “Piano Nobile”, così definito per la sua particolare esclusività.

L’accesso infatti era riservato unicamente alla famiglia reale o ad ospiti di prestigio, i quali si ritrovavano nella cosiddetta “Sala delle Meraviglie”, un grande ambiente impreziosito dal “Ciclo delle Stagioni” di Philipp Hackert (di cui oggi purtroppo restano soltanto i bozzetti). Hackert qui volle rappresentare per ognuna delle stagioni una località campana: la “Primavera” con il pascolo nella valle del Volturno e veduta del Matese, “l’Estate” con la mietitura a San Leucio, “l’Autunno” con la vendemmia a Sorrento e “l’Inverno” con un campo di caccia a Persano. Il ciclo pittorico, che ornava il primo piano, fu concepito per attuare un “gioco prospettico” attraverso l’alternanza delle rappresentazioni dei paesaggi dipinti e di quelli reali, visibili dalle grandi finestre che si alternavano tutt’intorno la grande sala.

Oggi benché la “Sala delle Meraviglie” abbia assunto un aspetto diverso, è ancora possibile lasciarsi suggestionare dallo stupendo panorama sul lago, attraverso le sue grandi finestre e l’articolata serie di terrazze che circonda la struttura.

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